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venerdì, settembre 29, 2006

Presnitz (Trieste)

Presnitz
Il Presnitz appartiene alla numerosissima famiglia degli Strudel (che in tedesco vuol dire vortice, gorgo) ma noi conosciamo prevalentemente l'apfelstrudel (ossia lo strudel di mele).

All'inizio dell'Ottocento Trieste visse il suo momento magico e di massima espansione, attirando a se genti di tutta Europa, e diventando in breve tempo un centro cosmopolita.
Un evento importante mise in movimento tutta la città. Per accogliere degnamente "Sissi" imperatrice d'Austria e Ungheria (moglie di Francesco Giuseppe) nella città triestina, si organizzarono gare e concorsi, mentre la citta' stessa si addobbava a festa.

Presnitz
In un'elegante Pasticceria del Centro apparve per la prima volta un dolce creato per l'occasione. Portava sovrapposta la scritta "Se giri il mondo ritorni qui".
Gli fu conferito il titolo di "Preis Prinzessin" (Premio Principessa).
I triestini sbrigativamente e amorevolmente lo chiamarono PRESNITZ.
Trieste si arricchiva così di un dolce che rimarrà a suggello di tradizionali e liete ricorrenze.

Anche Pellegrino Artusi si e' occupato di questa storia, facendone riferimento sul suo libro "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene", edito nel 1891.
Alcuni confondono il PRESNITZ con la Gubana, altra specialità di origine friulana, ed una differenza e' data dal fatto che nel Presnitz la pasta usata non e' lievitata.

Vino da abbiamento: un "Dolcetto delle Langhe"

mercoledì, settembre 27, 2006

Tentativo - Budino fiordilatte con te' MarcoPolo

Te' marco Polo
Te' Marco Polo
Come ho scritto diverse volte, non sono una cuoca, ma mi piace provare prodotti e sapori nuovi (soprattutto tra quelli in commercio, ma che non siano piatti pronti surgelati ;) ).
Al momento non sono ancora arrivata ad azzardare cambi nelle ricette, o crearne di nuove.
Non demordo, prima o poi mi verra' il coraggio e ci riusciro'!

Facendo la spesa mi sono imbattuta in questo budino alquanto “asapore”.
Era la prima volta che lo vedevo, gusto 'fiordilatte', un gusto neutro e totalmente insignificante (almeno per me).
L'ho acquistato ugualmente ed ho provato a dare un tocco personale al risultato, anche se nel suo interno c'e' un piccolo ricettario su come giocare e mescolare altri ingredienti per creare nuove ricette... con piu' gusto!

Avevo in casa del te' MarcoPolo, una miscela di te' nero con fiori di fiordaliso, acquistato da Barbara alla quale ho poi chiesto consiglio sul suo utilizzo.

La mia idea era quella di lasciare parte del te nel budino, in modo da vedere i fiorellini (che si intravedono nella foto).
Non so esattamente la motivazione, ma me lo ha indirettamente sconsigliato.

Ecco il procedimento, alquanto banale, ma devo ammettere che ho aumentato le dosi di te.
Ho messo del te in infusione nel latte tiepido per 5 minuti, poi l'ho filtrato eliminando cosi' le foglie ed i fiori, ed ho continuato con la normale preparazione del budino.
Il suggerimento era di usare 1 bel cucchiaino pieno (o due cucchiaini scarsi) per 1 lt di latte.
Beh, ho usato lo stesso quantitativo per mezzo litro (una busta) ed il risultato non e' stato malaccio, un po' troppo delicato.

Magari la prossima volta che ci ritento ne metto un po' di piu'.
(Vi faro' sapere, dato che ho ancora una dose a disposizione...)

lunedì, settembre 25, 2006

Il brutto tentativo dei "Gougres al montasio"



Leggendo qui mi sono detta che bisognava assolutamente provare.

L'idea originaria era quella di portare qualche cosa alla festa di inizio anno della scuola di cucina (ma poi ho rinunciato quando ho saputo che eravamo intorno alle 120 persone.. faccio gia' fatica a cucinare per 5, figurarsi se si superano i 10 coperti...).

Poco male.. un piccolo esperimento casalingo non avrebbe fatto male a nessuno, avendo gia' acquistato tutti gli ingredienti ed i vicini sono ben lieti di testare.

Senza contare che un po' di prove in cucina non fanno mai male, e devo allenarmi

Il risultato?
"Gougres al montasio"
Giudicate voi stessi l'aspetto... anziche' assomigliare a dei bigne' direi che sono delle piccole frittatine...Penso sia stata la "sac a poche" a fregarmi (non ne ho mai fatto largo uso), oppure il composto era risultato un po' liquido.
Cosi' che, una volta "siringato", si e' lasciato andare totalmente per rilassarsi e spiattellarsi sulla carta forno.
Le differenze di colore, invece, dipendono dal mio forno.


Il sapore non e' male, ma e' meglio mangiarli appena raffreddati.

Magari la prossima volta, perche' ci sara' una prossima volta, provero' ad unire nell'impasto un po' di prezzemolo tagliato finissimo, giusto per dargli quel tocco di colore.

Ma, prima di tutto, devo capire come si fanno i bigne!

PS: Scusa cavoletto..

sabato, settembre 23, 2006

Dove mangiare: 'Antica Trattoria San Giacomo'

 'Antica Trattoria San Giacomo' - Vergiate

(Post un po' datato, ma ne vale la pena)

15 agosto: voglia di cucinare... saltami addosso!

Ma come e' mai possibile?
O si esce spesso a mangiare, o non succede per lungo tempo...

Eccomi ancora qua, in questa nuova sfida gastronomica.. che dispiacere ;)


Localita'
: Cuirone - Vergiate - Varese

Destinazione
: 'Antica Trattoria San Giacomo' - trattoria scelta alla cieca, selezionandola dall'elenco fornito da SlowFood.


Sulla strada abbiamo incrociato un po' di traffico, giusto dopo la diramazione per la a8/a26, per il resto abbiamo proseguito senza troppi intoppi, tenendo conto che era Ferragosto...Essendo in forte anticipo, abbiamo fatto una sosta in una festa di paese - in quel di Vergiate - giusto per un bianchin-sprussa' e constatare che ci saremmo persi i bruscit, polenta e stracotto d'asino.
Vabbe', sara' per la prossima volta... tanto non ci perdiamo molto neppure ora!


Ad ogni modo, bisognerebbe cercare di tenere sempre un occhio aperto su queste feste di paese, si possono fare grandi scoperte.... ma veramente troppe, soprattutto in estate.

Per le 12:10 eravamo a Cuirone e facevamo un giro nel tranquillo paese, che conta circa 535 anime.

Decisamente tranquillo, da dove partono diversi sentieri per altre localita'.


La Trattoria e' un locale molto curato, anche il bagno (alla turca) e' molto pulito.

Dal menu' abbiamo selezionato:


  • gnocco fritto con affettati misti
  • crespella al timo con patate allo scalogno
  • tagliatelle con fave fresche e pesto leggero
  • rostin negaa
  • sfilacci di puledro con olio e limone (giusto per la curiosita' della sottoscritta)
  • mousse di fragole con salsa di frutti di bosco
  • semifreddo al caffe caffe
ed il tutto annaffiato da un Nero d'Avola.

Le portate sono molto buone, soprattutto i dolci.


Devo purtroppo ammettere che, paragonandolo ad altri posti sempre selezionata da Slow Food e che ho avuto il piacere di provare, la quantita' di cibo servita non e' molta..


Il vino avanzato?
Nessun problema, il proprietario fornisce il tappo di sughero per il trasposto a casa :)

venerdì, settembre 22, 2006

Tempo di torta ... il giorno dopo

Dopo la farcitura con la marmellata effettuata alla mattina, la torta e' stata portata in ufficio per una merenda verso le 16.Il taglio orizzontale era stato effettuato ancora tenendo gli occhi chiusi (e' sempre lungo per me il carburare alla mattina), e questo ha procurato un'incavatura centrale, con relativo accumulo della marmellata, ma che non ha influenzato molto il gusto.
Per la prossima volta mi devo ricordare di usare il filo, come si fa per la polenta..


I commenti sono stati tra i piu' disparati: per alcuni era troppo dolce, per altri non lo era affatto; alcuni non amavano particolarmente i mirtilli, per altri era una combinazione unica.


E via di questo passo.



Comunque non capisco...ma mi adeguo ;)


Mi e' stata richiesta la versione 2.0 (con variante ai lamponi, giusto per testare la differenza), oppure qualche cosa di diverso (ma come sono umani i miei colleghi, quando vogliono!).



Beh, dato che questo weekend mi tocchera' lavorare, se non dovesse succedere nulla potrei tentare un nuovo esperimento.



Se qualcuno ha delle facili idee (niente di particolarmente complicato ed alla portata di tutti), sono le ben accette da provare!

mercoledì, settembre 20, 2006

Dove bere: 'PaneCaffe' ' a Milano


Dopo molti tentativi siamo riusciti ad organizzare una serata-degustazione.

In effetti era un po' di tempo che cercavamo un incontro per rinfrescare le poche (e confuse) idee dopo il corso di degustazione frequentato l'anno scorso.

Inutile sottolineare il ritardo di Ros all'appuntamento delle 21:00, ma oramai stiamo iniziando a farci l'abitudine...

Ambrogio, il nostro wine-teacher, ha pensato bene di portarci in un in un locale a Milano per rivedere la nostra preparazione... molto deludente!
Ad ogni modo, Ros si e' iscritta al corso AIS e un piccolo ripasso non poteva che farle bene, anche a me, che mi sono liberamente aggregata al duo.

Riassumendo: siamo in grado di riconoscere del buon vino, di apprezzarlo ma non di tesserne le lodi da profonde conoscitrici, utilizzando la corretta terminologia.

Discorrendo poi del piu' e del meno, siamo entrati nel discorso di aspettare i vari sconti effettuati dai diversi supermercati (esselunga in testa) per acquistare un po' di vino. Non lo avessi mai detto!
Si e' visto un tentativo di raddrizzamento dei capelli ( i pochi rimasti ;) ) in testa ad Ambrogio, cosi' che il discorso e' stato velocemente silurato, con nota sul registro.

Il locale non era affollato, ed abbiamo preso posto ai tavolini esterni.

Il primo giro e' stato segnato da un bianco d'Ischia (Biancolella del 2005)
, un po' secco per i miei gusti e da un rosso del 2005 per loro.

Non ci siamo tirate indietro ad un secondo giro, scegliendo un Aglianico campano del 2003 che abbiamo dovuto mandare giu' abbastanza velocemente, in quanto stavano gia' iniziando a sistemare le sedie prima di chiudere....



Peccato che, anche su richiesta, non ci abbiano servito qualche cosina da mangiare insieme, sarebbe stato proprio perfetto un piccolo stuzzichino.Non so, forse era tardi, ma come "panetteria pasticceria" avrebbero potuto recuperare qualche cosa.

Alziamo quindi i calici e buon cincin a tutti!

martedì, settembre 19, 2006

Tempo da torta (di grano saraceno)



Con l'inizio dell'estate dichiaro lo spegnimento totale del forno.
Questo significa che, tendenzialmente, EVITO l'accensione del forno tra giugno e settembre.

Nello scorso agosto, con la pioggerella pseudo-autunnale (tralasciando la grandinata), mi sembrava avessimo fatto un tuffo in avanti nel tempo. Mi sono detta:
-"Accidenti, ma e' un tempo da torta!"

Detto fatto, mi sono messa ai fornelli per preparare una torta da portare in ufficio, utilizzando i miei colleghi come cavie...

La torta scelta per l'occasione l'ho fatta diverse volte.
La prima che l'avevo degustata, era stata decorata con riccioli di ricotta di capra (in effetti e' quella nella foto).

Ingredienti:

  • 3 uova
  • 120 gr zucchero
  • 150 gr burro
  • 150 gr farina di grano saraceno
  • 100 gr noci/nocciole tritate
  • 1 bicchiere scarso di latte
  • 1 bustina di lievito
  • marmellata di mirtilli o lamponi
Montare bene lo zucchero con i tuorli.
Aggiungere il burro sciolto, la farina setacciata con il lievito e le noci tritate. Aggiungere il latte.
Montare a neve gli albumi e aggiungerli delicatamente all'impasto.
Cuocere a 180 gradi per circa 45 minuti.
Quando e' fredda, tagliarla a meta' e farcirla con la marmellata (oppure farcirla senza tagliarla).

E' tutto.

Ad ogni modo, se qualcuno ha qualche altra ricetta facile su come usare il restante kg di farina di grano saraceno, non si tiri indietro, ma mi dia suggerimenti!

lunedì, settembre 18, 2006

Ovocrema

Ovocrema - libretto
Ravanando un po' a casa di una parente, ho trovato dei libri che sono delle vere "chicche" e cerchero' di illustrare di volta in volta.

Ora trattiamo di.. OVOCREMA

Ho provato a cercare qualche cosa del prodotto su Internet, ma non ho trovato poi molto... direi quasi nulla.

Pare, comunque, fosse una delle possibilita' disponibili intorno agli anni 40/50 - come surrogato delle uova, insieme alla "frappeina", alla "limonina" ed affini, visto che le materie prime scarseggiavano e ci si arrangiava come si poteva.
Sembrerebbe che questa famigerata "ovocrema" fosse in grado di sostituirse a ben 8 rossi d'uovo!

Si, ci sono anche alcune ricette, ma queste sono disponibili direttamente nel ricettario ;)

Inoltre l' "ovocrema" rende possibile l'utilizzo delle "chiare d'uovo" che avanzano dopo aver preparato blablabla e che generalmente vengono buttate via ritenendole inutilizzabili

Il libercolo stesso - finito di stampare nel 1939 - e' veramente un qualche cosa di bello.

Possiamo trovare passi come:
FATE CHE I VOSTRI CIBI siano sempre appetitosi e digeribili con l'uso della DROGA COMBINATA PAOLINI
Oppure questo, che segue la ricetta di una crema
I ragazzi che per istinto prediligono cio' che occorre al loro organismo in sviluppo, ne vanno ghiottissimi, e ogni madre saggia dovra' assecondare questo gusto istintivo dei figlioli

.. a questo punto... largo a Mc'D perche' il mio organismo lo reclama ;)


PS: parlando con la mia insegnante di cucina, mi ha detto che si riesce ancora a trovare, ma sono pochissimi i posti che l'hanno.

Se riesce me ne procura un poco, perche' dice devo provare a fare la "crema fritta"!

Vi terro' aggiornati...

domenica, settembre 17, 2006

1a Fiera Artigianato e Cioccolato 2006


Sono andata a fare un salto alla Fiera dell'Artigianato organizzata dal mio paese, facendomi prendere dalla gola per la parte "cioccolataia" del nome.

Purtroppo non c'e' molto da dire, di cioccolato ce n'era ma non era poi cosi' abbondante come uno avrebbe potuto immaginare.
Erano prevalentemente piccoli stands che rivendevano i loro prodotti tipici mentre, personalmente, mi aspettavo qualche cosa di piu' impegnativo e costruttivo.. come alcune dimostrazioni e preparazioni sul campo o maggiore competenza nella spiegazione dei loro prodotti.

Sono restata delusa dal vedere la tipologia degli stands, nonostante ci siano una quantita' esagerata di piccoli artigiani nei dintorni, erano state contattate persone non locali.


Chissa' come mai??



Il mandarinetto che mi ' stato offerto da provare (scegliendo tra lui ed il limoncello) era decisamente delizioso anche se tiepido, o i salami al barolo ed al cinghiale innondavano parte del padiglione con il loro profumo.
A mio avviso bisognerebbe cercare di riguadagnare un po' piu' di terreno, e tentare di rivalutare le nostre potenzialita' locali.

Anche il ristorante presente non era male, con le sue specialita' toscane, pronto a muoversi verso un'altra fiera e continuare cosi' la "sua" offerta.

venerdì, settembre 15, 2006

Cena in Villa



Con settembre e l'inizio della scuola, anche i corsi di cucina iniziano.
Quest'anno e' stata organizzata una cena presso la Villa di Valera e con la successiva presentazione del nuovo "anno accademico".

L'ambiente era abbastanza rustico (travi al soffitto e sottopiatti di cartoncino rosso), ma molto rilassante, c'erano ben 4 postazioni di rinfresco, il tutto era a buffet.

Dopo un primo aperitivo e qualche stuzzichino per rompere il ghiaccio, ritrovare amici conosciuti nei diversi corsi e fare quattro chiacchere post-vacanza, abbiamo assistino alla presentazione della nuova organizzazione, delle attivita' e delle possibili visite di approfondimento.

Come tante piccole cavallette colorate ci siamo poi avventati sul cibo (ho ancora la mente offuscata dal vino ;) ).

C'erano portate come
  • mix di crudite', crostini, mousse di pesce (non bene identificato ma delizioso)
  • zuppa di farro - tagliatelle con crema di peperoni e spek (quindi leggermente affumicate)
  • polenta con polipi al sugo, pomodori gratinati, melanzane, e molto altro!
  • tartellette varie (mozzafiato quelle con marmellata di fichi e noci!), cantuccini (beh, la cuoca e' toscana...) ed una immensa torta con il nuovo logo della scuola

Purtroppo la mia descrizione del cibo non e' stata molto descrittiva ma grossolana, e non rende assolutamente giustizia.
Non ho ancora imparato a descrivere ed individuare tutti gli ingredienti delle ricette, mi dovro' dedicare maggiormente.

Che dire?

Una immensa soddisfazione per il palato, in un luogo incredibilmente rilassato ed in una atmosfera di amicizia.
Cosa si puo' voler di piu'?

mercoledì, settembre 13, 2006

.. ancora fichi ..



sembrano colorati come si fa per le uova, sotto il periodo di Pasqua.
Non trovate?
Ed invece NO, sono reali!

domenica, settembre 10, 2006

Fico d'india.

Ebbene si, devo ammetterlo.
Sono arrivata alla mia veneranda eta' senza aver mai mangiato un fico d'india.

Sara' stato perche' erano poco presenti al mercato, o forse che, con tutti
quegli aculei, era poco probabile (per me) riuscire a tenerli in mano
.

Ma sono arrivata sino a ieri senza averne mai degustato uno.

Lo so che vi chiederete dove diavolo io viva, ma succede anche a me :)



Sono andata ad acquistare della frutta e verdura in un posto, vicino a casa.
Li ho visti e sono stata subito incuriosita, non avevano spine e mi guardavano come a dirmi “assaggiami”...
Con la mia faccia tosta, ho subito “abbordato” un signore che li stava scegliendo, cosi' ho chiesto come avrebbe dovuto essere il colore per essere maturi ma, soprattutto, come fare a pelarli!
Non vi nascondo la sua espressione scioccata, ma che ci volete fare? Succede!

Cosi', dopo una accurata verifica dei frutti a disposizione, mi ha indicato quelli che vedete nella foto (tranne uno che ho gia' mangiato) li ho acquistati.

Ho poi trovato che questa e' la citta' di San Cono ha la maggior produzione (
http://www.edisonweb.com/sancono ) e qui


Buona lettura e.. provare per credere!

Parrozzini


Una collega mi ha portato da Pescara una confezione di "parrozzini".

Non li avevo mai provati prima e li ho trovati abbastanza particolari.
Se si immagina qualche cosa di dolce, cremoso e soffice si sbaglia di grosso.
A mio parere sono asciutti, sabbiosi non troppo dolci e con il cioccolato di copertura il tutto viene amalgamato abbastanza bene.

E' un prodotto tipico e, a seconda del formato, troviamo il Parrozzo e il Parrozzino (un po' piu' piccolo, come un cioccolatino).
Sono comunque marchi registrati sin dal 1926 e la loro produzione avviene esclusivamente nello stabilimento di Pescara.
Si tratta di un dolce a pasta battuta a base di farina di mandorle ed armelline grezze cotto al forno nei caratteristici stampi a cupola e ricoperto di cioccolato fondente.


I contadini abruzzesi preparavano, per autoconsumo, da tempo immemorabile un pane con la farina di granturco, semisferico e cotto nel forno a legna, che
chiamavano Pane Rozzo.


Agli inizi del secolo scorso Luigi D'Amico ebbe l'idea di farne una trasposizione dolciaria, riproducendo il giallo del granturco con quello delle uova, mantenendo inalterata la forma semisferica e adoperando una copertura di finissimo cioccolato fondente, e quindi di colore nero, per riprodurre lo scuro delle bruciacchiature superficiali caratteristiche della cottura nel forno a legna e, su precisa indicazione di Gabriele D'Annunzio, lo chiamò Parrozzo.

( Fonte: Atlante dei prodotti tradizionali d'Abruzzo - ARSSA Regione Abruzzo, 2004 )

venerdì, settembre 08, 2006

Dove mangiare: alla 'Terrona Maniera'

13 agosto 2006: incontro per pranzo.

Devo iniziare dicendo che nessuno dei due pseudo-cuochi (papa' ed io – dato che cerchiamo di cavarcela ai fornelli quel tanto per sopravvivere) aveva voglia di cucinare, con tanto di caldo e post lavaggio di piatti/pentole...
Cosi' e' stato deciso: pranzo fuori casa.

Ci siamo trovati a Rho con gli altri 2 partecipanti all'iniziativa gastronomica, verso le 12:45, in via Lura presso la 'Terrona Maniera'

Neanche a farlo apposta abbiamo trovato degli amici cinquantennali di papa', di cui lei una cuoca perfetta (questo la dice lunga...).
Subito la tavolata si e' “espansa” ed i piatti con antipasti ed assaggini vari hanno iniziato a circolare liberamente tra di noi: bisognava testare prima di decidere cosa prendere.

Il pranzo e' stato decisamente molto buono, e ne e' valsa certamente la pena.
L'occhio critico, e soprattutto il palato fino della cuoca Gabriella ha fatto notare che la Pasta alla Norma era cotta perfettamente, che il sugo non era assolutamente oleoso e c'era una giusta quantita' di melanzane.

Da parte mia sono stata piacevolmente colpita dal secondo di carne, Tagliata del Tagliere, con scaglie di ricotta salata.

Potevamo esimerci dal prendere un anche un dolcetto? Certo che no!
Quindi eccoci ad affrontare anche questo ulteriore sacrificio, con i cannoli siciliani.
Secondo il giudizio di Enrico, distanziavano enormemente i babba'.

A nostro parere, la ricotta era un tantino troppo cremosa e non compatta, ma sono andati giu' decisamente bene, accompagnati da un assaggio di liquore passito.

Non era la prima volta che avevo il piacere di trovarmi alla TerronaManiera, ero gia' stata per una serata a tema con degustazione vino, ed un'altra con alcuni amici, prendendo sempre piatti diversi.

Da consigliare!
Un piccolo (e pratico?) consiglio per i gestori sarebbe quello di aggiornare il sito. Ho gia' chiesto diverse volte la cosa, almeno i naviganti hanno la possibilita' di essere informati sulle diverse serate.

La risposta e' stata veramente chiara: meglio pensare prima alla qualita' del cibo, poi al resto :)

mercoledì, settembre 06, 2006

Ogni giorno c'e' sempre qualche cosa da imparare!

Ho ricevuto da un'amica con l'orto una grossa sporta di verdure.
Non che mi spiaccia la cosa, ma perche' me le regalano sempre dopo che ho fatto la spesa???
Cosi' ho dovuto sacrificare qualche cosa, mettendole a surgelare.

Vista la grossa quantita' di pomodori, ne ho presi alcuni e dopo averli lavati ed asciugati accuratamente, li ho messi nei sacchetti di plastica, prima di fargli prendere la strada del freezer.

Fin qui, tutto bene. Facile :)

Ogni tanto gli cacciavo un occhio nel congelatore e mi sentivo totalmente soddisfatta: erano sempre li', grossi e gonfi, senza ammaccature.

Meraviglioso.. fino a quando ho deciso di usarli.

Dal freezer li ho passati in frigorifero, per scongelarli senza problemi.

... sorpresa!

Erano diventati tutti grinzosi e mosci... bleah !

Vabbe', mi sono detta, togliero' la pelle dato che tanto si stacca facilmente.
Facendo questo, mi sono accorta che erano totalmente pieni d'acqua e che la polpa era diventata un pappone senza piu' nulla attaccato.

A posteriori ho trovato l'inghippo
Il congelamento consiste nel congelare l'acqua contenuta nel cibo. Quando l'acqua congela si espande di volume e causa la rottura delle pareti cellulari.
l risultato inevitabile è che la consistenza dei cibi congelati, dopo lo
scongelamento, è minore a quella del cibo fresco.

Ciò è particolarmente evidente nei cibi a più alto contenuto d'acqua come la frutta e la verdura, soprattutto in quella a contenuto più alto, che viene generalmente consumata cruda.
Per questo motivo non vengono congelati pomodori da insalata, o le insalate. Sempre per questo motivo è bene servire la frutta congelata scongelata solo parzialmente; in questo stato l'effetto del congelamento è meno evidente.
Questi cambiamenti sono poco evidenti nelle verdure che vengono consumate cotte, dato che anche la cottura ammorbidisce le verdure, e ancora di meno nei vegetali ad alto contenuto di amido, come i legumi.
E con questo direi “Ogni giorno c'e' sempre qualche cosa da imparare!”

martedì, settembre 05, 2006

Hei ! Ci sono anche io!

Ciao!
dopo aver pensato per un po' di tempo, ho deciso di creare anche io il mio blog.

Eccomi, quindi!

Alla prossima (a breve, spero)